“Dove sono gli amici, là sono le ricchezze”
Plauto
E’ ancora una trasferta internazionale a segnare l’inizio degli anni novanta. Quella di Humennè, nell’allora Cecoslovacchia, rimarrà un esperienza destinata a cambiare ancora una volta la vita del coro.
Pur massacrante dal punto di vista logistico (oltre ventiquattr’ore di strada, tutte in pullman, andata e ritorno) il calore e l’accoglienza di quel popolo lontano toccano gli animi di coristi e consiglieri: la musica, il cantare assieme, risulta essere un linguaggio universale; le barriere linguistiche vengono superate dalle strette di mano, dai sorrisi, il canto corale unisce al di là delle diversità.
- Alla fine degli anni ’90 il maestro Francesco Sacchi, assieme al dottor Zaverio Paracchi (per decenni medico a Premana), con una significativa cerimonia riceve la cittadinanza onoraria. Riconoscimento, aggiungiamo noi, più che meritato!
Non stupisce quindi che queste trasferte vengano riproposte. Oltre alla Cecoslovacchia, il Nives conosce e stringe amicizia con altre realtà: I’MGV di Seelscheid, il Kolping Chor di Stoccarda (entrambi della Germania), in Italia si fa la conoscenza di numerosi cori con visite e scambi. Tra le molte, ricordiamo con particolare affetto lo scambio reciproco con il coro Bachis Sulis di Aritzo (NU).
Di tutte le iniziative di questi anni però, quella che segna maggiormente il coro è la visita alla città di Sarajevo, capitale bosniaca appena uscita da una lunga e dolorosa guerra. Grazie a Padre Giuseppe Speranzetti, missionario dei Padri Somaschi li inviato, ai primi di maggio del 1997 il Nives è il primo gruppo straniero a visitare la capitale ancora in ginocchio. Dopo aver cantato per gli alpini italiani dello S.F.O.R., il coro si esibisce in cattedrale nel “Concerto per la Pace”.
L’applauso ritmato di ringraziamento che il pubblico tributa al coro dopo il canto “Fala” (“Grazie” in lingua bosniaca), rimane, ad oggi, il momento più alto e toccante tra le pur molte emozioni vissute fin qui. La testimonianza di quei momenti muove l’intera Premana in una serie di iniziative di solidarietà senza precedenti in paese.
- L’uscita a Sarajevo del coro comporta, nel 1997, la mobilitazione di un intero paese: vengono attivate decine di adozioni a distanza, gruppi di lavoro estivi per giovani e ragazzi, raccolte di materiale, di fondi, di stoviglie e quaderni. Gli Alpini devolvono l’incasso della loro festa, i gesti di generosità si moltiplicano. Premana, ancora una volta si lascia “contagiare” dal suo coro!
Anche il repertorio del coro conosce ulteriori arricchimenti: di questi anni, grazie alla collaborazione del Maestro Sacchi con il Dottor Roberto Bassi, a lungo consigliere del coro stesso, sono i concerti a tema che abbinano prosa, musica e poesia. Nascono testi come “Le profonde radici”, lo “Stabat Mater”, il Concerto Manzoniano.
Per le celebrazioni dei quarant’anni di storia il Nives incide su CD la sua prima raccolta di grandi successi. Con pochi, preziosi inediti, “Quaranta” raccoglie il meglio del repertorio di un coro ormai maturo, ma che, sempre sotto la guida attenta e infaticabile di Sacchi, non smette di mettersi in discussione e tentare nuove vie.
Dopo un decennio, come abbiamo visto, denso di iniziative e di impegni, anche Ratti lascia la presidenza, pur rimanendo membro del consiglio. Lo sostituisce Gianola Stefano, anche lui non ancora trentenne.